Il 9 maggio 2024, l’attuale classe 4A dell’indirizzo Tecnico Agrario dell’Istituto Antonio Zanelli si è recata presso il parco di Villa Magawly, a Reggio Emilia, per svolgere un’attività didattica incentrata sul riconoscimento delle piante. Gli accompagnatori, i proff. Michele Ferrari, Marilena De Domenico e Gessica Bonfatti, hanno potuto completare così un percorso durato diversi mesi, iniziato in classe a settembre 2023, nella disciplina di “Biotecnologie agrarie” e proseguito poi nelle due ore settimanali dedicate alla “Botanica applicata e progettazione del verde”.
Villa Magawly è una delle dimore storiche più antiche della città ed è tuttora circondata da un grande parco, un tempo uno splendido giardino all’inglese con piante autoctone ed alcune esotiche, un laghetto, suggestivi vialetti e corsi d’acqua con ponticelli.
Gli studenti, hanno letteralmente sudato sette camicie, durante questa giornata soleggiata e afosa per cercare di vincere la caccia al tesoro, identificando per primi diverse specie arboree ed arbustive, guadagnandosi un meritato premio. Durante la caccia al tesoro, è stato possibile trarre un momento di refrigerio e di relax nelle cantine ed effettuare anche una breve visita alle meravigliose stanze padronali. Al termine di questa entusiasmante giornata passata insieme, abbiamo raccolto le sensazioni e le testimonianze di alcuni ragazzi:
L. T.:
“Di Villa Magawly la cosa che mi ha colpita maggiormente è la naturalità che può esserci in un luogo in cui non c’è l’intervento dell’uomo che la maggior parte delle volte è capace di rovinare tutto. Con naturalità intendo la popolazione di piante vive o morte che sono presenti nel bosco, mi hanno colpito anche gli animali presenti in luogo così vicino alla città infatti sono riuscita a incontrare il picchio, una coppia di fagiani e un assiolo. Amo la natura e gli
animali e amo anche passare pomeriggi alternativi in questo modo anche in compagnia di amici. Mi ha colpito anche la casa al suo interno perché me la sono immaginata ai tempi in cui era abitata con la sua grandezza e bellezza, infatti è piena di affreschi e dipinti, specchi e quadri molto significativi per quei tempi. Da questo pomeriggio ho sicuramente portato a casa un bel ricordo, tante risate e divertimento con gli amici. Ho portato anche a casa la capacità di apprezzare le piccole cose perché sono le più belle”.
M. B.:
“La cosa che mi ha colpito maggiormente è stato il passaggio da un giardino molto preciso ampio e "aperto" ad un boschetto naturale con tantissime specie diverse che creavano in clima di pace naturalità e colore che ogni pianta trasmetteva e rifletteva tramite i raggi del sole. A casa ho portato una bellissima esperienza che non solo ha fatto passare una bellissima giornata tranquilla e divertente ma ha anche fatto stringere il rapporto tra i miei compagni di squadra e mi ha fatto appassionare di più al mondo delle piante e mi ha aiutato ad affinare le tecniche di riconoscimento”.
F. M.:
“Mi ha colpito maggiormente la naturalità, che è molto difficile da trovare al giorno d'oggi, soprattutto in un ambiente cittadino come Reggio Emilia. Sono rimasto colpito da che cosa può fare la natura se viene lasciata indisturbata.
Anche se il giardino non è grandissimo, mi è sembrato di essere in una grande foresta, in un posto sperduto del mondo, dove l'uomo non è ancora arrivato e gli alberi e gli animali vivono serenamente”.
N. B.:
“Mi ha maggiormente colpito la maestosità del giardino e la notevole varietà di piante presenti. Infatti una parte di esse non le avevo mai viste dal vivo e grazie alla visita ne ho potuto apprezzare la bellezza. Ho “portato” a casa una memorabile esperienza con i miei compagni e l'immagine di paesaggi differenti a quelli che sono solito osservare nel mio paese”.
C. P.:
“La naturalità del luogo che ormai non si trova più nelle città, questa naturalità mi ha distaccato completamente dalla città e dal casino dei veicoli. Mi ha colpito il picchio, perché non l'avevo mai visto dal vivo. Mi hanno colpito le canne di bambù in mezzo a quel tipo di vegetazione, perché creano un grande effetto scenico”.
F. F.:
“La cosa che mi ha maggiormente colpito è stata come un giardino creato dall'uomo con tutti i suoi sentieri, giochi d'acqua e ponticelli, se lasciato a se stesso possa evolversi e trovare un suo equilibrio”.